Usa: spunta video choc, ragazzo arrestato muore soffocato come George Floyd


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Spunta un altro video shock in Usa sulla brutalita’ della polizia, un caso analogo a quello di George Floyd ma anteriore di due mesi. La vittima è Edward Bronstein, 38 anni, fermato per un controllo stradale in California. Nella clip di 18 minuti si vedono gli agenti stendere a terra l’uomo ammanettato e premere con le ginocchia sulla sua schiena per un prelievo di sangue mentre lui grida che è pronto a farlo volontariamente. Poi continua a ripetere le stesse parole di Floyd, “I cant’ breathe” (non riesco a respirare) prima di perdere conoscenza per 3 minuti e morire.

 

Il video è stato reso pubblico dopo la scelta di utilizzarlo in una causa federale per omicidio colposo, intentata dalla famiglia di Bronstein contro lo Stato della California e i singoli agenti che erano sulla scena quando Bronstein è morto. Nessun ufficiale è stato formalmente accusato in relazione alla morte di Bronstein. La decisione di diffondere il video è stata presa perché “l’interesse del pubblico nella condotta dei suoi ufficiali di pace prevale su altri interessi e qualsiasi rischio di danno particolare”, ha spiegato il giudice John McDermott nella sua ordinanza.

George Floyd, la morte che ha infiammato le proteste negli Usa

 

Un evento che ha segnato profondamente gli Usa e il mondo intero, scatenando ondate di proteste, l’esplosione su scala globale del movimento Black Lives Matter e un dibattito sul razzismo e la violenza delle forze dell’ordine statunitensi. Il 25 maggio 2020 Floyd venne fermato da quattro agenti di polizia, chiamati da un negoziante per un presunto utilizzo di una banconota falsa. Il 46enne afroamericano venne immobilizzato a terra con un ginocchio sul collo per più di nove minuti e morì. Il video dell’arresto sconvolse gli Usa e le proteste, da quelle pacifiche alla vera e propria guerriglia urbana, coinvolsero numerose città statunitensi e non solo.

Da Detroit alla Casa Bianca: gli Usa protestano per George Floyd

 

La sera di lunedì 25 maggio 2020, George Perry Floyd acquistò delle sigarette in un negozio di Minneapolis, in Minnesota. Un impiegato del negozio, convinto che la banconota da 20 dollari usata da Floyd fosse contraffatta, chiamò il 911. La polizia fermò subito il Suv e gli agenti puntando le pistole fecero uscire l’uomo dall’auto. Floyd li informò di essere claustrofobico e di avere problemi a respirare. L’uomo venne prima fatto sedere in auto, poi l’agente Derek Chauvin lo trascinò fuori, sulla strada, a faccia in giù e ammanettato. I video di alcuni passanti mostrarono la scena, con Floyd immobilizzato con un ginocchio sul collo per più di otto minuti che implorava: “Non riesco a respirare, per favore, per favore, per favore amico”. Solo dopo l’intervento dei paramedici l’agente Chauvin tolse il ginocchio dal collo di Floyd. Erano passati 9 minuti e 29 secondi. Floyd aveva già perso conoscenza: venne portato all’Hennepin County Medical Center, dove fu constatata la morte.

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